Sequoiadendron giganteum

Divisione: Gymnospermae
Classe: Coniferopsida
Ordine: Coniferales
Famiglia: Taxodiaceae
Genere: Sequoiadendron
Specie: Sequoiadendron giganteum (Lyndley) Buchholz (= Wellingtonia gigantea Lindl.)
Esemplari: 2 a dimora dal 1996

Sequoia gigante o Albero Mammut
È nativa del versante occidentale della Sierra Nevada in California e dove, superati i 1.400 m di quota, ci si può imbattere in gruppi composti da 60-70 individui molto belli e maestosi somiglianti, a prima vista, a enormi abeti. Queste gigantesche conifere dei Parchi Nazionali americani (Sequoia, Yosemite, ecc.) hanno un portamento diritto, ramificato fin dalla base.
Gli individui di mole maggiore sono stati dedicati a grandi generali che hanno costruito la nazione americana: Shermann, Grant, ecc. Per esempio, quello chiamato “Generale Shermann”, uno degli alberi più grandi del mondo con la sua altezza di oltre 84 m, il diametro alla base di m 10, si ritiene che pesi circa 2.030 tonnellate! Il botanico Muller nel suo libro “Meraviglie del mondo vegetale” racconta che perfino i cercatori d’oro ne rimasero colpiti tanto da soprannominarli con termini a loro familiari; es.: Capanna del minatore, ecc. Questa specie è molto longeva (l’albero più vecchio ha ormai raggiunto i 4.000 anni di età), anch’essa è un relitto della flora terziaria (circa 60 milioni di anni fa) e possiede le stesse caratteristiche della Sequoia sempervirens, ma a differenza di quest’ultima è abbastanza rustica, in grado di sopportare climi rigidi.
Nelle zone di origine è sempre stata utilizzata per il suo legname color purpureo o rosso-bruno, molto leggero e fragile. La sua corteccia, spessa e spugnosa, resiste al fuoco e non contiene resina, ma è ricca di tannino; marcisce solo dopo molti anni. I suoi rami inferiori tendono verso il basso.
I coni (strobili) immaturi sono verdi; diventano marrone nella fase di maturazione che si protrae per ben due anni.
I fiori femminili sono anch’essi verdi; quelli maschili, in primavera hanno un color giallo chiaro ed entrambi crescono alle estremità dei rami. Questa specie è stata compresa nelle piante protette sia a causa del notevole disboscamento attuato fino alla fine del secolo scorso, sia per i numerosi e frequenti incendi, ma anche per la sua ridotta capacità di propagazione.
Per questi motivi si sono messe in atto le medesime misure di protezione usate per la Sequoia sempervirens.
La Sequoia gigante cresce bene in Italia dove viene coltivata solo a scopo ornamentale e può accadere che, quando raggiunge un’altezza abbastanza significativa, venga colpita dai fulmini che la rendono priva della cima.
La sua scoperta, quasi sicuramente, la dobbiamo a Giovanni Crespi giunto in California nel 1769 al seguito di una spedizione spagnola, che ne diede al suo rientro in Europa una descrizione sommaria.
Di questa pianta ci si interessò quando nel 1840, William Lobb, viaggiando per conto dei Veicht, vivaisti inglesi, arrivò fino alla California, convalidando il ritrovamento di questo albero lungo il fiume Sacramento da parte di John Bidwell e prima ancora dello studioso inglese John Jeffrey. In Inghilterra, Lobb utilizzò i semi del Sequoiadendron giganteum per iniziarne la coltivazione che avvenne nel 1853. Anche lo scozzese John D. Mattew, collezionista di piante, qualche mese dopo iniziò nella sua patria la propagazione di questa specie.
In Europa, venne introdotta nel 1852 dal duca di Wellington e da allora si diffuse raggiungendo anche l’Italia, dove venne coltivata inizialmente negli Orti Botanici.
L’esemplare italiano più imponente (quasi 10 m di circonferenza e 42 m di altezza) si trova a Roccavione (CN), mentre quello più bello si trova nel cortile di Villa Comaggia Medici a Merate (CO) ed ha una circonferenza di m 9,50 con un’altezza di m 40.


(Testo tratto da
Orto botanico di Ome – Le conifere coltivate – Riconoscimento, storia, mito, leggenda,
di Maria Bianchetti e Antonio De Matola,
Regione Lombardia, Comune di Ome, Comunità Montana del Sebino, 2001)