Pinus pinaster

Divisione: Gymnosperamae
Classe: Coniferopsida
Ordine: Coniferales
Famiglia: Pinaceae
Genere: Pinus
Specie: Pinus pinaster Aiton (= Pinus marittima Miller)
Esemplari: 1 a dimora dal 1996

Pino marittimo
E’ un pino originario delle regioni mediterranee occidentali e nordafricane (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, zone costiere del Marocco, Tunisia).
Nonostante il suo nome si spinge dalle rive del mare, all’entroterra in collina e bassa montagna (1.000 m). Resiste alla salsedine meglio del pino domestico. Trova perciò largo impiego come albero frangivento per proteggere le colture nelle regioni costiere.
In Italia cresce spontaneo particolarmente in Toscana, dove risale la valle dell’Arno fino a Firenze, mentre la sua presenza sul litorale adriatico è opera di rimboschimenti.
La pianta preferisce i terreni acidi e silicei, mal sopporta i ristagni e teme le gelate.
Possiede una crescita rapida e vigorosa perciò, anche dopo gli incendi, riprende a vegetare facilmente e rapidamente dimostrandosi una valida pianta da rimboschimento. Viene utilizzato anche a scopo paesaggistico ed ornamentale.
Raggiunge un’altezza di m 30 e negli alberi più vecchi il suo lungo tronco, spoglio, porta una chioma dai rami largamente spaziati in forma di ombrella meno regolare del pino domestico.
La sua corteccia è bruno-rossastra e fessurata in placche.
I robusti aghi grigio-verde sono raggruppati a due e sono più lunghi di quelli di qualsiasi altro pino.
I lunghi coni, marroni, appuntiti, sono raggruppati; resistono molti anni sui rami e sono lunghi circa 20 cm. I fiori maschili sono gialli, quelli femminili rossi e raggruppati attorno alla gemma terminale.
E’ coltivato come specie da legno perché le sue caratteristiche di leggerezza sono adatte alla produzione di piccole costruzioni navali, pali da miniera e imballaggi.
Da questo albero si estrae la resina, di cui è particolarmente ricco: ogni pianta ne produce circa un litro e mezzo all’anno.
L’utilità di questa specie è dimostrata dalla coltivazione della foresta francese delle Landes, nel golfo di Guascogna. Sappiamo con certezza che nei pressi di Bordeaux fino alla fine del Settecento si estendevano dune sabbiose, instabili e nude. Ebbene, nel 1789 i forestali francesi piantarono pini marittimi e ginestre per un’area di 2.500 ettari arrivando poi ad una estensione totale di oltre 600.000 ettari. Perciò, data l’elevata quantità di resina prodotta, nacque a Bordeaux una fiorente industria per la produzione di trementina, che a tutt’oggi è attiva.
Una fresca pineta che si trova, nella macchia mediterranea della Versilia, in Toscana, ispirò a Gabriele D’Annunzio la celebre poesia “La pioggia nel pineto” (1902) evocandone i rumori e i suoni particolari, ravvivandone i profumi misti a quelli delle ginestre, delle tamerici e dei ginepri.


(Testo tratto da
Orto botanico di Ome – Le conifere coltivate – Riconoscimento, storia, mito, leggenda,
di Maria Bianchetti e Antonio De Matola,
Regione Lombardia, Comune di Ome, Comunità Montana del Sebino, 2001)