Cedrus libani

Divisione: Gymnosperamae
Classe: Coniferopsida
Ordine: Coniferales
Famiglia: Pinaceae
Genere: Cedrus
Specie: Cedrus libani A. Flichard
Esemplari: 2 a dimora dal 1996

Cedro del Libano
Nel 1638 fu introdotto in Inghilterra, ma già nel 1533 il naturalista Pierre Belon scriveva di questa pianta come già presente in Francia.
Questo albero crea foreste nei paesi di origine: in Siria, sui Monti del Libano e nella catena dei Monti Tauri, in Turchia sud-orientale.
E’ famoso, oltre che per il suo bellissimo aspetto ornamentale e per il suo tronco potente, per il fatto che ramifica fin dal basso; i rami principali negli individui adulti si piegano verso il basso, i rami secondari sono brevi e non pendenti; fin da giovane ha forma conica, poi subentra un portamento espanso, con apice inclinato e rami orizzontali; il suo legno è profumato.
I primi ad apprezzare questi pregi furono gli assiri e i fenici.
Nell’antico Egitto (2.500 anni a.C.) il particolare olio distillato dal suo legno, veniva adoperato per l’imbalsamazione dei defunti, mentre il suo legno per la costruzione delle navi.
Attualmente l’olio estratto si usa per la conservazione dei libri.
Gli Ebrei, a loro volta colpiti dall’aspetto, dalla durata e dalla incorruttibilità del legno, ne fecero l’emblema della grandezza e della potenza, chiamando una cosa degna di essere immortalata come “digna cedro”. E’ altresì noto che a causa della solidità e durevolezza del suo legno era usato sin dall’antichità per la costruzione dei templi e dei palazzi.
Si narra che, per edificare il tempio di re Salomone (a Gerusalemme) venne abbattuta una tale quantità di alberi da rendere il territorio circostante un deserto.
Nel Medio Oriente il disboscamento di questo albero fu talmente radicale che sul monte Libano si pensò di proteggerlo per poterlo conservare.
In quei luoghi i pochi esemplari rimasti raggiungono i 2000 anni di età. Sono il simbolo del Libano e la sua immagine decora anche la bandiera.
In Europa questo individuo fu introdotto nel 1683; in Italia, i primi alberi importati da Londra, vennero piantati nel 1787 nell’Orto Botanico di Pisa anche se nel 1733, il botanico francese Bernard de Jussieu, aveva introdotto qualche esemplare.
Questo albero presenta una corteccia grigio-scura con strette fessure; può raggiungere un’altezza di m. 40; gli aghi sono verde scuro e crescono solitari sul germoglio nuovo e a ciuffi sui germogli dell’anno precedente.
I coni sono di colore bruno, maturano in due anni, hanno forma cilindrica ed eretta, lasciando i rachidi sul ramo quando hanno liberato i semi.
I fiori maschili (in autunno) liberano polline giallo; i fiori femminili, invece, sono di color verde chiaro.
Un individuo interessante che risale al 1822 è tuttora ammirato nell’Orto Botanico Comunale di Lucca. Presso la Villa Mirabella di Varese si ammira un albero monumentale che ha un’altezza di m 28 e una circonferenza, alla base, di 11,30 m.


(Testo tratto da
Orto botanico di Ome – Le conifere coltivate – Riconoscimento, storia, mito, leggenda,
di Maria Bianchetti e Antonio De Matola,
Regione Lombardia, Comune di Ome, Comunità Montana del Sebino, 2001)