Contributi

Questo libro si presenta come una guida di commento alla collezione di conifere realizzata nel Comune di Ome. Le informazioni sono ordinate per specie e queste disposte secondo la classificazione sistematica per facilitare la comprensione dei legami di parentela e dei caratteri formali che permettono il riconoscimento e che giustificano le diverse denominazioni.
L’indicazione delle regioni geografiche delle specie che si trovano spesso nei nostri giardini, accompagnate da notizie sull’attività degli esploratori botanici e dei vivaisti che hanno introdotto, allevato e diffuso in Europa le specie esotiche, le informazioni sugli usi, il richiamo a tradizioni locali, leggende e i riferimenti ai miti più diffusi, sono fonti di stimoli per i visitatori dell’Orto Botanico a saperne di più e ad estendere il proprio interesse a fonti più specializzate. Tutto ciò appare dalla prima lettura ed è molto, ma c’è qualcosa di più e di insolito. Già nella prefazione è dichiarato lo scopo di fare qualcosa per la propria terra, per il paese in cui gli autori abitano e quest’esigenza profonda si presenta come l’origine di tutto il lavoro che precede notevolmente la raccolta del materiale e la redazione del volume. Un lavoro di preparazione del sito da dedicare all’orto botanico e delle risorse per l’impresa che ha impegnato un folto gruppo di persone coralmente tese a realizzare lo scopo comune.
Ma episodi simili non sono rari, infatti, quanti gruppi di volontari hanno operato nel proprio territorio per recuperate vecchie strade o sentieri dimenticati, case legate alla storia locale per permanenze di lavoro estivo o ad attività artigianali dimenticate? Nel paese di Ome è sorta invece l’idea di piantare alberi, alberi forti e di origine nobile, come le conifere, le cui stirpi risalgono ad epoche molto antiche e la cui forza ci induce a pensarli vivi in epoche che noi non vedremo, testimoni di un atto che attraverso il tempo indurrà molti a chiedersi perché “quelli di Ome” hanno voluto rendere omaggio alla propria terra costruendo un arboreto. La domanda resterà sospesa allora, ma forse anche adesso non troverebbe una risposta completa.
Possiamo allora pensare che la scelta degli alberi debba essere ricercata in quella profonda ammirazione che gli uomini hanno sempre avuto, attraverso la loro storia, per questi vegetali importanti per la vita delle popolazioni già dai periodi che precedono le attività agricole. Memorie lontane e difficili da definire in pensieri sono state trasmesse dai temppi in cui il bosco era un luogo protetto, dove era possibile ripararsi e trovare frutti, cacciare, scaldarsi con il fuoco.
E questi pensieri affiorano ancora oggi in persone sensibili, non strettamente legate alla cultura scientifica, rigorosa e razionale, ma spesso limitante la fantasia e la capacità di provare i sentimenti originali.
In questo libro sono ricordati i frequenti usi e ricorrenze che includono gli alberi nella vita delle popolazioni, spesso semplicemente come riti o immersi nei miti. Sono indicazioni che non si trovano nei testi di botanica, ma che costituiscono un mezzo efficace per collegare le nozioni scientifiche attuali ad una cultura più ampia, proprio come deve avvenire nella nostra mente per evitare un. sapere isolato.
Per queste ragioni i visitatori dell’orto botanico di Ome apprezzeranno il testo dal quale possono dedurre le dimensioni che raggiungono gli alberi ancora giovani. Soprattutto gli insegnanti delle scuole dell’obbligo troveranno in quest’opera una base di spunti e suggerimenti per avvicinare al mondo degli alberi e della natura i giovani allievi.

Augusto Pirola
Docente di Botanica dell’Università di Pavia


La nostra Comunità Montana, di cui il Comune di Ome fa parte, si è caratterizzata, nel passato, per la pubblicazione di alcuni testi assai interessanti rivolti ad illustrare gli aspetti naturalistici più significativi del nostro territorio.
Questa pubblicazione si discosta, almeno in parte, da tale filone volendo estendere al pubblico dei lettori la conoscenza di una iniziativa maturata tra i componenti di una associazione spontanea tra i cittadini di Ome: il Gruppo Micologico di Ome che ha curato l’allestimento di un Orto Botanico dedicato alle conifere.
Essa perciò, oltre all’indubbio valore scientifico assicurato dalla presenza, tra i curatori, di illustri studiosi del settore, vuole essere anche un omaggio a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’”Orto” che, sebbene ancora infante, è già divenuto meta di visitatori, scolaresche in particolare. Opera ancora allo stadio dell’infanzia, si diceva! Eh già! Anzi, volendo tener conto della longevità che caratterizza le specie piantate nell’Orto Botanico di Ome, dovremmo dire che essa è ancora nella prima infanzia!
E’ perciò una realizzazione che, lungi dall’essere conclusa, dovrà ricevere costanti, continue e assidue cure dai suoi promotori e realizzatori che dovranno preoccuparsi anche di trovare, tra le nuove generazioni, validi sostituti e continuatori.
E’ così che l’Orto Botanico crescerà, diverrà prima giovane e poi adulto! E tramanderà alle generazioni future il ricordo di una iniziativa insolita per il periodo storico in cui è nata: un periodo in cui l’uomo, più che rispettare la natura ed approfondirne la conoscenza, si è dedicato spesso al suo saccheggio ed alla sua distruzione.
I cambiamenti epocali quasi sempre hanno origine da tanti piccoli fatti di rottura che si manifestano, qua e là, nel tessuto sociale. Amiamo pensare che questa realizzazione dell’Orto Botanico di Ome sia uno di questi fatti e che essa, come anche la diffusione di questa pubblicazione (realizzata grazie al determinante contributo della Regione Lombardia e del Comune di Ome), possano contribuire a diffondere tra la gente l’amore per la natura, la serenità di vita, il desiderio di contribuire ad una crescita armonica della società.
Tanto più che la pubblicazione, oltre all’aspetto botanico naturalistico, cura anche l’aspetto del linguaggio analogico attraverso la ricerca e la riscoperta dei miti legati agli alberi.
E’ in questo modo che permetterà ai lettori più attenti di ricollegarsi all’essenza della natura; perché è attraverso il linguaggio dei miti che la natura parla all’uomo e lo ricollega alle sue radici storiche.

L’Assessore all’Agricoltura ed all’Ecologia Francesco Tocchella
Il Presidente della Comunità Montana Angelo T. Zanotti


Penso che uno dei compiti più interessanti e meno visibili del rappresentante di una Comunità civile, sia quello di “scovare” potenzialità inespresse e tentare di valorizzarle a servizio di tutti.
Se oggi ci troviamo disorientati in questo mondo che, a tratti, non comprendiamo più, è anche perché ci siamo illusi di riacquistare serenità delegando ad altri la responsabilità di capire per noi. Per questo chiamiamo gli “specialisti” anche per ciò che concerne gli aspetti più elementari e intimi della nostra esistenza, come piantare alcuni alberi e scriverne la loro storia.
Quando si presentarono, nel mio ufficio, quattro anni or sono, alcuni rappresentanti del Gruppo Micologico di Ome con un progetto preciso e dettagliato, pensai che fosse l’ingenuità a spingerli in un campo dove era così facile fallire; ma pensai pure che quella era l’occasione per scoprire se la mia fiducia nelle potenzialità delle persone fosse salda o vacillante.
E’ difficile per tutti superare i nostri pregiudizi, ma mi sentivo in dovere di tentare.
Oggi, quelle persone sono rimaste quali erano, non sono diventate specialisti; lo strumento, che mi presentano, però, è preciso ed elegante e tutti possiamo “viverlo”.
Mi onora l’insistenza con la quale mi è stata imposta la presentazione di questo volume, anche se credo competa più ad un botanico.
Egli meglio di me saprebbe valutarlo.
Ma forse un sindaco può fare anche questo, se crede nella sua gente. Certo può ringraziare quanti hanno creduto e contribuito a questo prezioso lavoro, perché ora la Comunità ha una ricchezza in più grazie alla competenza di queste persone amanti della natura.

Il Sindaco (Maiolini Dr. Stefano)


Il Gruppo Micologico di Ome

Sono passati circa 200 anni da quando Carlo Linneo, docente dell’Università di Uppsala, sembra abbia bisbigliato con cupa serietà: “Quale lavoro è più arduo della progettazione di un Orto Botanico?”. Se il padre della botanica moderna con questo interrogativo pare avesse perso il sonno, si immagini, per  un istante, cosa può essere accaduto al Gruppo Micologico (formato esclusivamente da dilettanti, al servizio dell’ambiente del loro paese), quando ha deciso di vivere le stesse ansie.

Ma le grandi idee non hanno solo grandi difficoltà, per realizzarle occorre anche molta caparbietà e notevole audacia. Sentimenti che sono stati impiegati senza timore: perché, sin dall’inizio, era chiaro che l’opera compiuta da pochi, sarebbe appartenuta a molti, in modo particolare alla gente di Ome.

Ma sarebbe ingiusto se il mio narrare non comprendesse, esplicitamente, i nomi di coloro che hanno ideato e realizzato l’Orto Botanico delle Conifere di Ome: Walter Albertini, Walter Boniotti, Maurizio Bono, Fiorenzo Cividati, Antonio De Matola, Salvatore Labrozzo, Giovanni Lorini, Ernesto Maiolini, Aldo Palini, Piero Salvi, Roberto Serra, Cornelio Tancredi, Giancarlo Tancredi, Giuliano Tancredi.

Sarebbe incoraggiante se, incontrati per strada, ri-cevessero in cambio un sorriso, simbolico premio per chi si è impegnato a creare bellezza.

Antonio De Matola


(Testi tratti da
Orto botanico di Ome – Le conifere coltivate – Riconoscimento, storia, mito, leggenda,
di Maria Bianchetti e Antonio De Matola,
Regione Lombardia, Comune di Ome, Comunità Montana del Sebino, 2001)