Podocarpus

Divisione: Gymnospermae
Classe: Coniferopsida
Ordine: Coniferales
Famiglia: Podocarpaceae
Genere: Podocarpus
Specie a dimora: Podocarpus latifolius, Podocarpus macrophyllus

Dal latino podòs = piede karpos = frutto
Il genere è stato “incluso” soltanto negli anni recenti tra le conifere; tuttavia è il gruppo di conifere più numeroso dell’emisfero australe in quanto vi appartengono circa 100 specie, che vivono fino a 2000 m; conosciute fin dal 1807, disseminate nelle zone montagnose degli U.S.A. centrali e del sud, dell’Africa (in questi luoghi formano vaste foreste), dell’Asia, dell’Australia, e delle Isole del Sud Pacifico.
Fanno parte della famiglia delle Podocarpaceae sette generi: Dacrydum, Phyllocladus, Pherosphaera, Saxegothaea, Microcachrys presenti nelle regioni sopra indicate.
Sono alberi o arbusti sempreverdi, con tronchi rigidi, con rami di solito irregolari o verticillati; con foglie coriacee che possono essere spaziate, a spirale, sovrapposte o dense sui rami, lunghe fino a 20-30 cm.
In America hanno la chioma conica mentre quelli coltivati in Italia presentano un portamento cespuglioso e non superano i 15 m di altezza.
Sono di solito dioici, non possiedono pigne: ogni seme è racchiuso in una sola scaglia, coriacea e resinosa (talvolta carnosa) che si chiama arillo, posta su un corto peduncolo che avvolge, man mano che cresce, il seme maturo.
Vegetano in zone con clima mite, non sopportano perciò i venti freddi o le basse temperature; il legname (giallastro) non presenta distinzione fra albume e durame, è duro e facile da utilizzare.
I podocarpi neozelandesi, oltre al fatto che possono vivere fino a 1000 anni e raggiungere un’altezza di 37 m, possiedono il legno più pregiato che viene usato in falegnameria, per imbarcazioni, per opere marittime, per la costruzione di mobili.
Erano anche la principale fonte di legname dei Maori i quali abbatterono le foreste non solo per l’utilizzo del legno ma anche, bruciandole, per ottenere terreni agricoli.
Gli Europei che si stabilirono in Nuova Zelanda, nel XVIII secolo, contribuirono anche loro al veloce disboscamento di quelle aree.


(Testo tratto da
Orto botanico di Ome – Le conifere coltivate – Riconoscimento, storia, mito, leggenda,
di Maria Bianchetti e Antonio De Matola,
Regione Lombardia, Comune di Ome, Comunità Montana del Sebino, 2001)