Cupressus sempervirens

Divisione: Gymnospermae
Classe: Coniferopsida
Ordine: Coniferales
Famiglia: Cupressaceae
Genere: Cupressus
Specie: Cupressus sempervirens
Esemplari: 4 a dimora dal 1996 e dal 2010

Cipresso comune o Cipresso italiano
Originaria delle montagne del Nord dell’Iran, dell’Asia Minore e di Creta, venne introdotta in Italia fin dai tempi più remoti.
Qualcuno afferma ad opera degli Etruschi, qualcun altro dei Fenici, in ogni caso è chiamato “cipresso italico” perché, anticamente, in Italia era già ampiamente coltivato. Ora questa specie si è naturalizzala sia in Europa che in altri continenti (America).
Per il suo aspetto e per il suo colore cupo fu dedicata a Plutone, re degli inferi. Adesso, la si usa come ornamento per le tombe in quanto mantenendo le foglie si pensa ricordi l’immortalità dell’anima e, con i suoi rami eretti, sembra che la mente si innalzi al cielo.
Viene utilizzata sia a scopo ornamentale che come barriera frangivento a protezione delle colture mediterranee (nella forma pyramidalis), sia come pianta da legno.
Raggiunge un’altezza di 40 metri; la sua corteccia di un color grigio-bruno possiede lunghe fessure.
Questo albero presenta da giovane una chioma appuntita che, quando invecchia, diventa colonnare e arrotondata; i suoi fiori maschili sono disposti in strobili giallastri all’apice dei rametti.
I coni ancora immaturi sono di color verde chiaro, hanno squame ravvicinate; a maturazione diventano legnosi e le squame si aprono per lasciar cadere i semi; le foglie squamiformi, di colore verde cupo, sono disposte su quattro file.
Nella forma horizontalis ha chioma espansa e portamento più naturale; viene utilizzata per formare foreste nella sua zona d’origine ma più di tutto in Turchia.
I cipressi più famosi in Italia sono, senza dubbio, quelli che abbelliscono la strada per Bolgheri raccontati dal poeta Giosuè Carducci.
Invece, il cipresso più vecchio e più grande, vive nel chiostro del convento di Villa di Verucchio (FO) ed ha una circonferenza, alla base, di m 5, 30. E’ sopravvissuto al fuoco appiccato dai francesi nel 1810, alle cannonate della seconda guerra mondiale; nel 1980 il vento ne ha stroncato il fusto centrale ma, fortunatamente, resiste ancora.
Nel 1835, l’Orto botanico dell’Università di Genova venne ampliato, un esemplare di Cupressus sempervirens venne messo a dimora ed è tuttora vivente.
A Sale Marasino (BS) esiste un cipresso, di valore paesaggistico e architettonico, che ha una circonferenza di m 3,80 e un’altezzza di m 25.


(Testo tratto da
Orto botanico di Ome – Le conifere coltivate – Riconoscimento, storia, mito, leggenda,
di Maria Bianchetti e Antonio De Matola,
Regione Lombardia, Comune di Ome, Comunità Montana del Sebino, 2001)