Pinus cembra

Divisione: Gymnosperamae
Classe: Coniferopsida
Ordine: Coniferales
Famiglia: Pinaceae
Genere: Pinus
Specie: Pinus cembra L.
Esemplari: 1 a dimora dal 1996 e 1 a dimora dal 2010

Pino cembro o Cirmolo
Nell’Europa centrale, nelle Alpi e nei Carpazi cresce lentamente e spontaneamente dai 1.300 ai 2.400 metri su suoli profondi, umidi ma leggeri e non troppo calcarei.
In Russia e in Siberia è ampiamente diffuso.
Nelle montagne della Cina centrale, invece, vive intorno ai 1400-2800 metri.
In queste ultime zone, questo importante albero, viene piantato vicino ai templi e ai cimiteri per il suo aspetto ornamentale.
E’ giunto fino a noi grazie alle migrazioni glaciali quaternarie.
La sua coltivazione è iniziata solo dal 1846.
Può crescere in boschi puri (cembrete) o assiemato con altre piante, specialmente con il larice.
Da alcuni scrittori è chiamato familiarmente “Guardiano delle Alpi”.
Alto non più di 20 m, con rami corti, densi e orizzontali; mantiene quelli inferiori man mano che cresce, si distingue da altre conifere per i giovani germogli tomentosi e di color bruno-arancio.
I suoi coni, che si sviluppano quando l’albero raggiunge circa 25 anni, sono di color violaceo ed anche per questo è apprezzato come albero ornamentale.
La sua corteccia resinosa si squama con l’età.
Gli aghi fitti e rigidi crescono in fascetti di cinque (unico pino europeo con queste caratteristiche), sono verde brillante sopra e biancastri sotto.
I fiori si schiudono in maggio: quelli maschili, gialli alla fioritura, sono raggruppati alla base dei nuovi germogli mentre quelli femminili, rossi, sono portati alle estremità.
Ha piccole pigne erette, ovali, blu scuro che maturando in estate diventano rosso-bruno.
Il suo legno se libero da nodi è utilizzato per mobili, pannelli decorativi (accoglienti e bellissime sono le famose pareti di stanze, chiamate stübe) e per lavori di tornio e di intarsi. Difatti, nella famosa Val Gardena è adoperato per l’intaglio delle tipiche statuine di legno.
Dalla sua corteccia si ricava una resina profumata detta “balsamo dei Carpazi”.
In America, è diffuso sia a scopo ornamentale che per il suo legno; sulle nostre Alpi è spontaneo e la sua propagazione avviene per merito della nocciolaia seminatrice che riesce a portare i semi fino a 10 km di distanza, anche al di sopra del limite del bosco dove si formano gruppi isolati di alberi.
Accompagna questo albero il Boletus flavus, il Boletus sibiricus ma anche il Suillus placidus.
I cembri plurisecolari che vivono in località “Bosco Freita”, S. Maria Ciucco, presso Livigno (SO), proteggono la vallata dalle valanghe e ne esiste uno alto m 30 con una circonferenza di m 4.


(Testo tratto da
Orto botanico di Ome – Le conifere coltivate – Riconoscimento, storia, mito, leggenda,
di Maria Bianchetti e Antonio De Matola,
Regione Lombardia, Comune di Ome, Comunità Montana del Sebino, 2001)