Pinus sylvestris

Divisione: Gymnosperamae
Classe: Coniferopsida
Ordine: Coniferales
Famiglia: Pinaceae
Genere: Pinus
Specie: Pinus sylvestris L.
Esemplari: 3 a dimora dal 1996

Pino silvestre o di Scozia
E’ originario dell’Europa centro-settentrionale, delle regioni scandinave, della Russia, delle regioni balcaniche, di una parte della Spagna e della Francia.
Soprattutto in Siberia assieme all’Abete rosso forma le particolari foreste chiamate “taiga” che si sviluppano fino al limite delle tundre polari.
In Italia cresce spontaneo nelle valli aride interne delle Alpi, forse anche nell’Appennino dove può essere stato esteso con la coltivazione. In tutta l’attuale area occupata vive sia tra i 400-500 m che dai 1.800 ai 2.000 m, con le altre conifere.
Il suo aerale di distribuzione è vasto e molto frammentario. I botanici pensano che, a causa dei mutamenti climatici, nel corso del Postglaciale, si alternarono periodi di espansione e di contrazione del Pino silvestre in contrasto con il faggio.
In popolamenti puri viene usato nei rimboschimenti, perché è in grado di colonizzare ambienti difficili e proibitivi, anche in zone disboscate di latifoglie o di altre conifere (Abete bianco, ecc.).
Non sopporta l’ombreggiamento da parte di altre piante, resiste bene al freddo, è abbastanza rustica, poco esigente, ma predilige climi non troppo caldi sopravvivendo fino a temperature di -40°. Supera periodi prolungati di siccità, vegeta bene in terreni profondi senza ristagni idrici.
La sua corteccia è rossastra e presenta profonde fessure, nel fusto vecchio.
I fiori femminili, cremisi, sono disposti a coppie alle estremità dei germogli. I fiori maschili crescono alla base mentre la nuova gemma si forma alle estremità di ciascun rametto, in inverno.
In primavera vengono fecondati i coni più vicini alle estremità quelli che si trovano più distanti hanno due anni e stanno maturando; invece i coni inferiori hanno tre anni, sono già maturi e quando si aprono lasciano liberi i semi alati.
Negli USA orientali è usato come ‘Albero di Natale’ a causa dei suoi particolari aghi (appaiati e più corti di quelli degli altri pini) di colore verde (con tipiche sfumature glauco-azzurrate), lunghi 5-7,5 cm (con andamento contorto e attorcigliato).
Da questo albero si estrae la resina; inoltre viene utilizzato a scopo ornamentale paesaggistico; il suo legno, che è molto ricercato e pregiato, trova impiego anche nelle costruzioni navali, nelle fabbricazioni di mobili, nei lavori di intarsio e nell’edilizia.
In Norvegia esistono, a tutt’oggi, abitazioni e chiese costruite alcuni secoli fa con questo legno molto resistente.
Anticamente, i popoli nordici veneravano questa conifera e la consideravano di proprietà dei capi: chi la utilizzava senza il permesso doveva consegnare, per ogni albero tagliato, almeno un capo di bestiame.
Dalle sue foglie in passato si ottenevano, per macerazione, fibre allungate e robuste che servivano a produrre un tessuto detto lana delle foreste adatto per imbottire i materassi.
Invece i Lapponi nei periodi di carestia, dalla porzione più interna e viva della corteccia tritata finemente, ricavavano una farina adatta a preparare delle gallette.
Infine le gemme, la linfa e le foglie di questo pino, vengono utilizzate per la cura dei disturbi respiratori; dalle sue radici si ottiene un catrame che ha proprietà balsamiche e antisettiche.


(Testo tratto da
Orto botanico di Ome – Le conifere coltivate – Riconoscimento, storia, mito, leggenda,
di Maria Bianchetti e Antonio De Matola,
Regione Lombardia, Comune di Ome, Comunità Montana del Sebino, 2001)