Cupressus arizonica

Divisione: Gymnospermae
Classe: Coniferopsida
Ordine: Coniferales
Famiglia: Cupressaceae
Genere: Cupressus
Specie: Cupressus arizonica Green
Esemplari: 1 a dimora dal 2006

Cipresso dell’Arizona
Solo recentemente sono state classificate cinque varietà differenti di Cupressus arizonica molto simili tra di loro, ritrovate in aree geograficamente distinte.
Piccoli particolari fanno la differenza, quali una maggior quantità di resina bianca, un’altezza inferiore, la scorza del tronco che varia dal grigio al bruno.
Questo cipresso (che vegeta dai 1.000 ai 2.000 m) è originario del Nord America: dal Texas all’Arizona (dove forma ampie foreste) sino alla California del Sud per ritrovarlo nel Nord Mexico.
Venne introdotto in Europa nel 1882, come albero ornamentale. Infatti, possiede un tronco diritto e colonnare (può raggiungere i 25 m di altezza), rivestito da una corteccia purpurea che si stacca a placche; ramifica fin dalla base, possiede una chioma glauca, ampia e piramidale.
I suoi aghi sono persistenti, piccoli (lunghi 2 cm) e squamiformi.
E’ un albero monoico con i piccoli coni maschili. di colore giallastro (poi brunastro), che si formano a fine estate; le strutture femminili sono racchiuse in un galbulo rotondo (che si presenta con un rilievo spinoso sulle squame pentagonali), brunastro e che prende sfumature grigiastre a maturità.
Non essendo un albero particolarmente esigente (preferisce terreni profondi, senza ristagni, resiste all’inquinamento atmosferico ed alle basse temperature di – 20°) viene utilizzato di solito insieme al Cupressus glabra Sudw., che gli è simile e, spesso con esso confuso, sia a scopo ornamentale che paesaggistico.
Un bellissimo esemplare di Cupressus arizonica si trova a Roma, presso la Villa Doria Pamphili ed ha una circonferenza di m. 3,60 e un’altezza di m. 16.

Cupressus arizonica ‘fastigiata’
Presenta forma conica con un portamento stretto ed una particolarmente intensa tonalità blu del suo fogliame.


(Testo tratto da
Orto botanico di Ome – Le conifere coltivate – Riconoscimento, storia, mito, leggenda,
di Maria Bianchetti e Antonio De Matola,
Regione Lombardia, Comune di Ome, Comunità Montana del Sebino, 2001)