Ginkgo biloba

Divisione: Gymnosperamae
Classe: Ginkgoopsida
Ordine: Ginkgoales
Famiglia: Ginkgoaceae
Genere: Ginkgo
Specie: Ginkgo biloba L. (=Salisburia adiantifolia Smith)
Esemplari: 3, messi a dimora nel 1996

Questo genere conobbe la sua massima diffusione ancora prima di 200 milioni di anni fa: Ginkgo viveva in climi non freddi e sulla terra dominavano i dinosauri; incominciò a ridursi di numero negli ultimi 50 milioni di anni estinguendosi piano piano fino ad arrivare ai nostri giorni in un’unica specie.
E’ dubbio che viva spontaneamente; si trova però in due aree remote della Cina: una, nelle regioni Zheijang e Anhui, l’altra nello Guizhou.
Resti fossili di foglie di specie del genere Ginkgo, risalenti all’epoca primitiva, sono stati trovati in giacimenti di carbone del periodo giurassico. Dell’unica specie ora vivente vi sono fossili del Cretaceo.
Attraverso i secoli è sopravvissuta perché, sia in Corea che in Giappone (ma anche in Manciuria) era piantata attorno ai palazzi ed ai monasteri. I monaci buddisti, già molto tempo prima del decimo secolo, la coltivavano nei boschi sacri che circondavano i loro templi. Ultimamente, in Giappone, viene altresì utilizzata per abbellire interi viali.
Questa specie arrivò dalla Cina passando attraverso il paese del “Sol Levante”, in Europa, nel 1727 e la prima coltivazione avvenne nel Botanic Garden di Utrecht, Olanda.
In Inghilterra, un esemplare introdotto nel 1754 nei famosi Giardini Reali Botanici di Kew, è ancora vivente e possiede un’ampia chioma tipica di un albero di mezza età. Difatti questa specie è molto longeva; riesce a raggiungere i 1000-1500 anni di età anche se la sua crescita è lenta.
“Arbre aux quarante écus”, chiamano i francesi questa pianta riferendosi al prezzo a cui si vendevano i primi individui introdotti in Francia dall’Inghilterra.
Essendo una pianta molto bella, da sempre, venne diffusa a scopo ornamentale in special modo per alberare parchi, giardini e viali (sia pubblici che privati) in quanto ha notevoli caratteristiche che sono: essere resistente al vento, all’inquinamento atmosferico e la quasi immunità dagli attacchi dei parassiti. La sua corteccia, bruna e scabra, presenta profonde fessure longitudinali; la sua chioma è più o meno slanciata. Essendo una pianta dioica, i “fiori” maschili, giallognoli, formati da un unico stame nudo ma raggruppati in spighe, crescono su un individuo mentre, su un altro, troviamo quelli femminili muniti in coppia, ma formanti un solo ovulo, che somigliano a piccoli martelli con un lungo peduncolo e appaiono in estate.
Le foglie, bilobate a ventaglio, hanno nervature colore verde chiaro, diventano più scure durante l’estate e giallo-dorate in autunno.
Gli ovuli fecondati divengono semi carnosi che sembrano prugne verdi su lunghi peduncoli colore rosa albicocca argentato. Il polline dei fiori maschili viene portato dal vento verso gli ovuli venendo intrappolato nella cavità pollinica.
In autunno l’ovulo diventa un seme carnoso che a maturazione cade a terra e lì rimane fino alla primavera successiva.
Nonostante la polpa dei semi sia velenosa, emani uno sgradevole odore, in quanto ricca di acido butirrico, i noccioli di ginkgo vengono consumati, dai cinesi e dai giapponesi, arrostiti (come le nostre castagne), specialmente nei giorni di sposalizio, perché il loro sapore è simile a quello dei pinoli e delle mandorle. A causa dell’odore nauseabondo che emanano i frutti, per le piantumazioni ornamentali vengono utilizzati solo esemplari maschili. Sono state selezionate da seme diverse varietà (cultivar).

Nel Parco Bertone di Goito (Mantova) si trova un bellissimo esemplare con una circonferenza di m 4 e un’altezza di m 41, ma nell’Orto botanico di Padova esiste, fin dal 1750, un esemplare maschile sul quale è stato innestato un ramo femminile.
Un altro magnifico Ginkgo biloba è segnalato nell’Orto botanico dell’Università di Genova mentre in quello di Pisa, un albero è stato messo a dimora “nell’Orto del Cedro” nel 1787: esiste tuttora e possiede una circonferenza di m 4.
Anche nella Corea del Sud, e più precisamente nella Regione di Kyongky-do, esiste un ginkgo patriarcale che ha raggiunto l’età di 1000 anni, ha un’altezza di m 60 e la circonferenza di m 14.


(Testo tratto da
Orto botanico di Ome – Le conifere coltivate – Riconoscimento, storia, mito, leggenda,
di Maria Bianchetti e Antonio De Matola,
Regione Lombardia, Comune di Ome, Comunità Montana del Sebino, 2001)